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«pochades» non gli sono piaciute per certe vivacità e finezze, ma perchè gli rappresentavano la divulgazione di un mondo internazionale, spiritoso e volgare, parigino e vuoto, ove si possono muovere e pavoneggiare i più insulsi bellimbusti del parassitismo convenzionale. In questa imitazione e volgarizzazione Amerigo Guasti rappresentava i sentimenti e le aspirazioni caratteristiche di una categoria borghese che venti anni fa in Italia era bambina ma ora si è diffusa e affermata. E’ l’aspirazione a Parigi del «parvenu», il sospiro e il godimento dell’infrollito che cerca svago per dimenticare gli oscuri natali: Guasti si adatta e vive per questo pubblico che non vuole buon gusto e non capisce finezze perchè imitando guarda da lontano e si appaga di approssimazioni. E Guasti è fotografo per platea; come il suo autore, Arnaldo Fraccaroli.

Persino i conti di cassa ci devono dar ragione se è vero quel che si dice: che A. Guasti e la sua compagnia trovino i più intensi entusiasmi per l’appunto a Torino. Infatti Torino elegante è la città psicologicamente più internazionale d’Italia; e le aspirazioni mondane nei ceti medi o quasi aristocratici, hanno un nome solo: Parigi.


2. - Il ninnolo


Dina Galli poi è quello che è: quale il pubblico l’ha voluta, quale l’hanno determinata vicinanze e influenze che potrebbero sembrare estranee (Sichel, Guasti, ecc.); quale l’hanno foggiata le abitudini e l’educazione che son consentite a chi debba ogni sera apprestare un Grido del cuore o Un paradiso sotto chiave ai cercatori di svago.