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La Duse ha lasciato nell’ombra proprio quello che era stato altra volta il motivo centrale: il nascere della volontà in Ellida sino alla conquista della libertà.

Il fatto è che ella recita prima che Ibsen se stessa ed a se stessa adegua tutti gli elementi tragici rinnovandoli a seconda dell’intensità del suo movimento sentimentale.

La maturata sensibilità di ogni istante decide della diversa impostazione e del diverso sviluppo dell’opera. Ogni replica è un’opera nuova. Pare che anche la sorpresa sia con dignità un elemento d’arte: ed eccovi La Donna del Mare come dramma di lenta aspirazione mistica; o come progressiva affermazione della libera volontà o ancora come statica malinconia angosciosa che si viene a risolvere in pacata serenità.

Che poi la Duse viva questa esperienza mistica in teatro, è veramente un fatto soltanto occasionale, e quasi un’astuzia della storia verso la sua religiosa iniziazione.

E altri misteri potranno riuscire più chiari paragonando con la Duse l’attrice che più l’ha amata e seguita: Emma Gramatica. Questa invero è tutta limitata ai suoi sforzi di studio e di abbandono lirico penetranti con esasperata staticità di coerenza nello spirito del personaggio rivissuto con un abile trasformismo che poi si arresta senza giochi di scaltrezza a quell’inerte spontaneità naturale, che la Duse, attrice non naturale, non semplice, non vera, sa bene ingannare e superare.


VI


Mentre La Donna del Mare incertissima, nelle sue linee, è mirabilmente adatta perchè la Duse vi esplichi tut-