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146 | p. gobetti |
alla fine dei sentieri della giovinezza o delle trame dei sentimenti, un vuoto desolato e inerte, quasi che all’ora del testamento apparisse l’usciere ad apporre i suggelli su una vita che non ha mai trovato il suo centro interiore. Allora la bravura generosa di Carini e la fine arte dei sottintesi di Gina Sammarco sembreranno la consolazione estrema della funebre pietà.
Theo Fraser di Pinero (28 ottobre 1922) — Chi non gusti in Pinero l’invidiabile giocondità e arguzia di meccanismi con cui egli si dispone a irritare gli ascoltatori, sarà condannato senza rimedio a monotone malinconie. Perchè Pinero è inesauribile nel combinare in legnose costruzioni di aridità inglese i piacevoli elementi del dramma borghese e le più tortuose complicazioni ibseniane. Pinero, come Shaw, sa canzonare senza sottintesi i pedanti che lo vorrebbero prendere sul serio. Chi vorrà chiedere ai suoi personaggi un’anima? Essi son nati per dilettarci, vivono solo per un attimo nella situazione in cui son stati posti, non possiamo prendere confidenza con loro, figurarceli indipendenti. Pinero non crea dei personaggi, ma dei rapporti, ora rigidi, ora ironici, ora melodrammatici.
In «Theo Fraser», come nella «Seconda moglie» stanno di fronte due donne. C’è una moglie accusata di adulterio, assolta per il beneficio del dubbio (insufficienza di prove) che non può resistere a vedere il sospetto perdurare nel marito. Stanno di fronte un’esasperazione e una testardaggine. Ecco una delle arguzie di Pinero che non si adatterà mai agli isterismi e alle tenerezze del mezzano Bataille; la gelosia invece di un sentimento può es-