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112 | p. gobetti |
cinematografici e di stereotipie statuarie. La sua intelligenza potrebbe dedicarsi con speciale appagamento a sterili e convenzionali semplicismi, donde esuli la molteplicità dell’analisi e della precisa liberazione tragica. La sua sensibilità monotona s’irrigidisce per colpa del repertorio: non si può, finché i mezzi dell’attrice restano immediati’, non essere corrotti dalla stessa diligenza. Applicando un linguaggio che non vorremmo si pensasse romantico, il suo decoro le toglie irreparabilmente la capacità di quegli errori che definiscono decisivamente l’individuo. La sua semplicità, talvolta il suo semplicismo sono coerenti con ciò che il pubblico si attende da lei. Noi temiamo che alla sua intelligenza attenta, alla sua dedizione superstiziosa manchi la virtù sovrana dell’ironia.
5. - Galanteria decadente
Verista (fotograficamente) è il Falconi quando pensa di rappresentare il dolore e la tensione e la composta dignità della tragedia: zacconiano, ossequente al maestro, non va oltre i mezzi fisiologici più freddi (vedi l’ultima scena della Canzone di Rolando).
Figlio di teatro, ne ha tutti i pregiudizi e vi resta fermo, cocciuto, sino a contraddirsi in ogni istante, costretto a tutti gli squilibri e le superficialità dell’immediatezza, e per le sue doti di intuitivo disposto più a divertirsi che a studiare.
Le doti che lo contrappongono a Zacconi, e che potrebbero fare di lui l’artista moderno, sono la leggerezza e-