Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
la frusta teatrale | 111 |
nella bonaria riduzione del Piccolo Sano e nell’esagerato romanticismo di Sly, dove paragonandosi con Ruggeri. così felicemente melodrammatico ed esasperatamente acuto e sensibile, egli rivela anche i limiti del suo convinto temperamento romantico verisimile; ma non abbiamo avuto poi persino la facile sorpresa di una calda e fine dizione del Trionfo di Bacco ed Arianna?
4. - La superstizione dell’umiltà
In una Compagnia drammatica all’antica, rimasta fedele a Dumas, Sardou, Bernstein, Nera Grossi Carini cerca di riprodurre gli atteggiamenti della Reiter. Ma la sua vigile attenzione non è ancora astuzia penetrante, nè la festosa ingenuità si raffina nell’eleganza. Recitando con un impegno sempre uguale ella riesce alquanto teorica e si ritrova a suo agio in opere di enfasi rimaste incompiute e incomposte di agitazioni sentimentali e di pedantesca mondanità (Francillon, Tutta la verità). Ma forse possibilità più personali si ritroverebbero, a volersi accontentare di episodi, in opere di comicità piuttosto rudimentali come la Piccina, o di violenta meccanica di folle come Madame Sana Gène. Senonchè la caratteristica che potremmo disegnare dell’attrice tenendo presente Sardou attingerebbe più i motivi che costituiscono la sua spontaneità approssimativa di donna che la scaltrezza dell’attrice, oppure dell’attrice scoprirebbe un gioco scenico imitato dalla bravura di risaputi maestri. Invero nella ingenuità della sua recitazione non si scorge ancora abbastanza indifferenza e sicurezza prudente e la sola qualità positiva che da questi esperimenti appaia sarebbe una completa assenza di vizi