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la frusta teatrale | 105 |
te mobilità e la pretesa di strafare. Perciò le sue qualità di fretta, di semplicità, di improvvisazione riescono talvolta a contenersi entro esigenze di misura generale e di diligenza e un resto di modestia gli fa considerare con rispetto e serietà il compito di mettere in scena opere meno facili come Gli innamorati o L’ammalato immaginario. Nelle quali egli cerca più l’effetto che la schiettezza, più il decoro che l’ironia, più un tono agevole di caricatura che un gioco complesso di arguzie e di malizie o di sottili equivoci; ma chi oserebbe muovergliene rimprovero vedendolo pacatamente contento dei suoi confini? Qui le caratteristiche dell’uomo diventano caratteristiche dei tempi; di tempi che noi possiamo considerare molto lontani da noi, ma di cui rispettiamo volontieri i limiti quando li troviamo espressi senza penosi infingimenti.
2. - La loquacità del fonografo
Alfredo De Sanctis appartiene idealmente alla generazione di Ermete Zacconi. Dello Zacconi conserva alcune intemperanze veristiche e l’incapacità di rivivere la tragedia come sviluppo di interiore concrescenza sentimentale.
Le limitazioni del suo verismo sono sopratutto evidenti a chi esamini i suoi criteri nella scelta del repertorio. Non ci stupiremo che lo guidi non una preoccupazione estetica, neanche rudimentale, ma un pensiero di convenzionalità di teatro o al più di propaganda morale piuttosto grossolana. Perciò recita gli Avariati, esercita opera di propaganda patriottica (come Zacconi) ricorrendo agli stolidi drammi di Tumiati, e si fa persino ad affrontare Al-