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CAP. V.*


1 Una sera, verso il mezzo d’Agosto, Don Rodrigo tornava2 alla sua casa in Milano, dove era sempre rimasto dal giorno che vi era tornato dalla villa3 in forma di fuggitivo. A quella villa non voleva ricomparire se non in aspetto di vendicatore, e in modo da4 restituir con usura ai tangheri5 lo spavento, e l’umiliazione, che gli avevan fatto provare; ma i tempi non erano mai stati propizj.6

Quella elazione d’animi aveva durato qualche tempo:7 di poi la fame cresciuta aveva prodotti gli sbandamenti, e il vagabondare di molti,8 e nei rimasti un fermento di di¬sperazione : erano cani9 tuttavia ringhiosi, e non ancora

  • Questo capitolo, come è stato già detto nella Prefazione (nota 2 della pag. XV) non è che un rifacimento del primissimo getto: rifacimento di quattordici fogli dai sessanta, nei quali era stata stesa l’interessante materia storica, che diventò poi La storia della colonna infame nella seconda edizione illustrata, detta del 1840 (Milano, Guglielmini e Redaelli).
  1. Capitolo V. Una sera [dell’ultime di Giugno, | delle prime di Agosto] delle ultime di Luglio, Don Rodrigo accompagnato dal fedel Griso tornava alla sua casa in Milano; alla sua villa non | e con più | tor] dove era
  2. a casa
  3. come un
  4. incutere tanto spa¬vento
  5. quello spavento che gli
  6. l’esaltazione degli animi aveva durato qualche tempo; da poi la fame, la guerra, e la peste che si eran succedute senza interruzione in quel paese, vi avevan tenuto sempre vivo come un fermento di disperazione: non v'era mai stata quella tranquillità [di cose nece] di cose, nella quale Don Rodrigo avesse potuto farsi sentire. [Quella] Tornava egli quella sera da uno stravizzo (lacuna)
  7. [poi] dopo
  8. e in quegli che [rima] avevano
  9. ringhiosi