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capitolo iii - tomo iv. 641

stesse del tribunale. I due medici, convinti1 dal primo momento della gravità del pericolo,2 insistettero tosto e sempre perché si dessero pronti provvedimenti; ma non furono secondati dai loro colleghi. Proposero, per esempio, che fosse proibito3 sotto pene severissime, il comperar roba dai soldati alemanni; «ma,» dice ingenuamente il Tadino, non fu possibile persuaderlo al presidente, pieno di molta bontà, che non poteva credere dovesse succedere incontri di morte di tante migliaja di persone, per il commercio di questa gente e loro robbe.»

Così l’avere a quel primo avviso del Settala, anzi dopo gli iterati avvisi che giungevano dal territorio di Lecco, spedito un ignorante commissario4 col solo carico di riferire,5 fu atto di6 trascuranza inescusabile; per non parlare di molti altri atti di egual valore. Certo una condotta simile7 in simili circostanze d’un tribunale della sanità ai nostri giorni ecciterebbe uno scandalo universale; o, per meglio dire, non8 vi sarebbe ora forse in Europa tribunale della sanità che operasse a quel modo.

Ma (e qui appare il carattere singolare di quei tempi) non erano queste le accuse, che gli uomini d’allora facevano al tribunale: lo accusavano, indovinate mò, di corrività, e di precipitazione,9 lo accusavano di credere pazzamente ad un male che non esisteva,10 di atterrire, di contristare, di tormentare con ordini inutilmente i cittadini. Dopo tante calamità,11 parlare anche di peste pareva un raffinamento di crudeltà;12 il popolo, bene o mal vestito, gridava13 ad una voce che quell’orrendo sospetto era una invenzione14 di alcuni medici, per guadagnare sul pubblico terrore. Molti fra i medici stessi, facendo eco15 alla voce del popolo, la quale in questo caso (se è lecito fare una eccezione ad un proverbio) non era certamente voce di

  1. f
  2. insta
  3. sotto pena della vita di
  4. e molte altre col solo ca
  5. per non parlare di molte altre provvisioni dello stesso valore,
  6. inescusabile
  7. [in u] d’un trib
  8. [v’è forse] vi sareb
  9. [di credere] che volesse credere
  10. di lasciarsi raggirare [dai] da’ medici che volevano [per] che atterrisse, e contristasse, e tormentasse
  11. il
  12. [le] le
  13. e poteva che q
  14. dei m
  15. alle grida generali (parola illeggibile) ridevano al nome di peste, [trovavano | un nome ❘ ora un nome ora un altro per quello ma] davano molti e diversi nomi alla malattia, e


Manzoni, Gli sposi promessi 41