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rarsi fin che un esercito francese non fosse calato in Italia; il papa animava gli amici, esortava i nemici, proponeva accomodamenti, d’entrare in guerra non ne voleva sapere.
Intanto il duca di Savoia condotto l’esercito nel Monferrato, ne aveva presa la sua parte e un po’ di quella del compagno. Don Gonzalo se ne rodeva, ma temendo, se faceva appena un po’ di scalpore, che il duca si voltasse alla Francia, doveva chiuder l’occhio e far buon viso; e stava, stava, stava sotto Casale, dove trovava più resistenza che non aveva creduto e fatto credere.
Un corpo francese assoldato de’ danari del duca di Nevers, e comandato dal marchese d’Uxelles tentò nell’agosto del 1628 di scendere in Italia, ma affrontato e malconcio da Carlo Emanuele se ne tornò col capo rotto nel Delfinato, dove per mancanza di soldi si sbandò. Ma arrendutosi finalmente ai 30 di ottobre la Roccella, il cardinale di Richelieu propose nel consiglio l’impresa d’Italia, e che il re la conducesse in persona; e con quella sua forza d’eloquio tanto potente perché era l’espressione d’una gran forza di penetrazione di volontà, fé prevalere il partito alle opposizioni della regina madre avversa al Nevers perché suo avverso nel tempo della reggenza, e di giunta, perché una figlia di lui piaceva al secondo figlio di lei Monsieur duca d’Orleans al quale ella avrebbe voluto dare una principessa de’ Medici sua famiglia paterna. Fatti i preparativi, il re e il cardinale alla testa d’un esercito si affacciarono in marzo all’Italia, chiesero il passo al duca di Savoia; si trattò; non si conchiuse; si venne alle mani; i francesi ebbero il vantaggio; si trattò di nuovo, e si fece una pace, nella quale il duca1 s’impegnò a dare il passo ai francesi per portarsi a liberar Casale se il Cordova non levasse spontaneamente l’assedio, nel qual caso s’impegnò ad unire le sue forze a quelle del re per invadere il Milanese: in compenso gli si manteneva una parte di ciò che aveva preso del Monferrato. Don Gonzalo obedì con quell’animo che si può presumere al nemico vincitore e all’amico mutato, ratificò l’accordo, mise le sue trombe nel sacco, e si levò da Casale.
- ↑ Variante acconsentì