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826 | gli sposi promessi |
fu concertato che il Rethel venisse segretamente d’improvviso, come riuscì. Giunse in Mantova che il duca era agli estremi; le nozze si fecero nella notte dopo il natale del 1627, mentre quegli moriva. Al mattino il novello marito comparve in abito di lutto col titolo di principe di Mantova; e padrone dell’armi e della cittadella ricevè per nome del padre il giuramento di fedeltà degli abitanti favorevoli e contrarii.
La morte e il matrimonio terminano per lo più le tragedie e le commedie del teatro, ma sovente danno principio a quelle del mondo reale. Qui tutto si disponeva alla tragedia. Il duca di Savoia e il governatore di Milano, concertarono la presa del Monferrato, di cui fecero innanzi tratto le parti: del qual trattato don Gonzalo ottenne facilmente l’approvazione dal conte duca; persuadendogli facilissimo l’acquisto di Casale che per quello era assegnato alla Spagna. Siccome però per muovere una guerra è necessaria una ragione, altrimenti la guerra sarebbe ingiusta; cosi il ministero spagnuolo addusse per sua ragione di voler sostenere quella che pretendevano d’avere, sopra il1 Ferrante Gonzaga Principe di Guastalla parente del duca defunto un grado più indietro del Nevers, e2 Margherita Gonzaga duchessa vedova di Lorena, il primo sul ducato di Mantova. la seconda su queilo del Monferrato. Nello stesso tempo le due corti facevano ogni uficio a quella dell’imperatore perché non si desse l’investitura al Nevers; al quale, come a francese, Ferdinando per sé non era niente inclinato. Ricusò infatti di ricever l’omaggio, anzi non volle accogliere come ambasciatore il vescovo di Mantova inviatogli dal duca che s’era tosto portato quivi, e al quale fece intimare che riponesse nelle forze imperiali gli stati controversi; deciderebbe poi egli secondo il diritto. La condizione parve al Nevers dura e sospetta. Confidando nelle sue forze e ancor più nell’aiuto del re di Francia, dei veneziani e del papa per resistere ai nemici attivi, e sperando che l’imperatore non verrebbe a fatti disubbidiva con tutto il rispetto possibile.
Ma il cardinale di Richelieu era impegnato nell’assedio della Roccella; i veneziani non volevano muoversi, né anche dichia-