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appendici 813

difficile l’eseguirli che il darli: bisognava non lasciar traspirar nulla dell’intenzione, per sorprendere il nemico, e insieme dar molte disposizioni e mettere in campo forze straordmarie. Di queste forze poi non si poteva far capitale che fino ad un certo segno: quando si aveva che fare con un tiranno di conosciuta bravura, e circondato da una mano di disperati, il pjù dei birri vi andavano di mala voglia, alcuni si rincantucciavano anche per non lasciarsi trovare, o nel bello della spedizione la davano a gambe, o abbassate le armi e cavato il cappello dicevano: illustrissimo signore, vada pure liberamente, che noi non siamo per fargli male. E quand’anche nessun di loro avesse intelligenze coi bravi del tiranno che si voleva prendere, se ne sarebbe trovato più d’uno che pel solo amore della pace avrebbe cercato qualche mezzo di farlo avvertire acciocché fuggendo togliesse sé ed altri d’impaccio. Come che la cosa andasse in questo caso, l’innominato ebbe tosto avviso da più d’un luogo dell’ordine fulminato contro di lui. Non pensò pure di mettersi in salvo colla fuga, non si curò di rimpiattarsi, si mostrò anzi in publico più del solito con un più grànde accompagnamento, per guardia insieme e per ostentazione, non rimise punto della sua solita arroganza; anzi spiò attentamente se qualche parente del morto gli passasse dinanzi con aria di provocazione, se alcuno de’ suoi nemici coperti volesse in quella occasione alzare un po’ la cresta e uscire appena appena dai termini consueti di rispetto, deliberato, e desideroso di farne in tali circostanze qualche dimostrazione più strepitosa. In questo mezzo fu avvertito che un bargello famoso per varie prese difficili, scaltrito negli agguati e intrepido negli assalti, coraggioso per natura e obbligato ad esserlo sempre più per conservare la sua riputazione di coraggio, essendogli stata questa volta promessa da certi potenti una grossa somma di danari se facesse il colpo, ne aveva preso l’impegno, e che troverebbe egli il modo di metter la musoliera all’orso e di menarlo legato in gabbia. Da quel momento la vita del bargello divenne un tormento per l’innominato; se lo sentiva, per dir così, pesare su le spalle. Per adescarlo e crescergli animo, finse d’essere entrato in timore, si tenne chiuso in casa, fece sparger voce di volere sfrattar di soppiatto e travestito. Molta gente diceva che