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812 | gli sposi promessi |
più d’uno in alti posti, oltre che gli era lor divenuto un peso con quel suo metterli sempre a petto or d’un collega, or d’un superiore, col porli sempre al partito di combattere con rischio, o di cedere con diminuizone di credito, se gli era poi anche disgustati col suo tratto verso di loro. Avrebbero essi voluto difenderlo, ma insieme regolarlo; rattoppar bensì certe sue malefatte, ma tenersi in possesso di fargliene qualche buona riprensione, e di prescrivergli norme di prudenza e di moderazione per l’avvenire: egli con quel suo animo precipitoso e ricalcitrante aveva altamente sdegnato favori di quella sorte. Con tutto ciò queglino, per l’onor del nome, avevano continuato per qualche tempo a sostenerlo; ma finalmente, vedendo meglio d’ogni altro, nella regione delle nuvole dove abitavano, il grosso temporale formato contro di lui, informati che dalla bocca stessa del governatore erano usciti certi tuoni sordi e cupi, per non commettere il loro credito nel sostegno d’una causa che alla fine doveva esser perduta, s’erano ridotti a far vista di abbandonarla volontariamente, a mostrarsi irritati più che altri contra il loro scandaloso parente, a far gli antichi romani, e lasciarsi intendere che, mettendo le leggi e l’ordine publico innanzi agli affetti privati, avrebbero lasciato un libero corso alla giustizia. Con lui non potevano altro che mandargli avvisi di tempo in tempo, che s’egli toccava innanzi a quel modo, non facesse più conto della loro assistenza. Quanto agli amici dell’innominato, essi non erano per lo più gente che avesse voce per sé in quel capitolo; alcuni, è vero, imparentati con togati potenti, facevano con essi a favore dell’innominato gli ufici ch’egli sdegnava; ma tali ufici indiretti avevano poca forza contra le ire radicate e le pratiche degli avversarii, occulte in parte per timore, ma calde e insistenti.
Le cose erano in questo stato, quando una mattina si trovò in una via il cadavere malamente trafitto d’un uomo ch’egli odiava: (il manoscritto non dice di più), e la voce publica disegnò tosto l’innominato come autore del fatto. In senato, nel palazzo del governatore, nei gabinetti dei potenti nemici dell’innominato si mormorò che era venuta la volta di dar finalmente un grande esempio. Il capitano di giustizia ricevette ordine segreto di procedere alla cattura. Ordini tali contra tali uomini era ancor più