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808 | gli sposi promessi |
Addio casa natale;1 dove sedendo con un pensiero2 segreto s’imparò a distinguere dal romore delle orme comuni il romore di un’orma desiderata con un misterioso timore. Addio casa ancora straniera, casa guardata tante volte alla sfuggita passando e non senza rossore, nella quale la3 mente si compiaceva di figurarsi un tranquillo e perpetuo soggiorno di sposa. Addio chiesa, dove si cantarono tante volte le lodi del Signore, dove era promesso4 preparato un rito, dove il5 sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l’amore chiamarsi santo; addio!
Di tal genere se non tali affatto erano i pensieri di Lucia, e poco dissimili i pensieri6 degli altri due pellegrini, mentre7 la8 barca gli andava avvicinando alla destra riva dell’Adda.
G9
Nello schizzo che siam per dare della vita e del carattere di quell'innominato noi collocheremo alcuni passi del Ripamonti, traducendoli alla meglio dal suo bel latino. Pel rimanente non abbiamo altra autorità che quella del nostro manoscritto.
L’innominato era un tiranno, nel senso che si dava allora alla parola, che non mi andaste ad accusar per giacobino: tiranni nell’uso comune e nelle gride erano nominati coloro che col mezzo dei loro servi o bravi, resistevano più o meno agli ordini ed alla forza publica, e ne esercitavano una arbitraria, capricciosa, più o meno iniqua sopra i menipossenti. Fra quelli ai quali le ricchezze e la nascita rendevano, in quella condizione di tempi, possibile una tale tirannia, ben radi erano che non ne usassero un pochetto, almeno in certe occasioni, talvolta forse senza averne una coscienza ben distinta; molti la usavano come una professione; fra i molti spiccava quest’uno. Unico erede d’una famiglia primaria, nato con un talento superbo, imperioso, feroce, cresciuto fra l’apparato d’una grande opulenza e d’una gran forza domestica,