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appendici 803

voi impaziente: vi compatisco, povero giovane; e i superiori...

— Ma mi spieghi una volta che cosa è quest’altra formalità che s’ha a fare, com’ella dice: e la sarà subito fatta.

— Sapete voi quanti sieno gl’impedimenti dirimenti?

— Che vuol ella ch’io sappia d’impedimenti?

Error, conditio, votum, cognatio, crimen, Cultus disparitas, vis, ordo, ligamen, honestas, Si sis affinis...

— Si piglia ella giuoco di me? Che vuol ella ch’io capisca del suo latinorum?

— Dunque, se non sapete le cose, abbiate pazienza e rimet- tetevene a chi le sa.

— Orsù ...

— Via, caro Fermo, non vi scaldate, ch’io sarò pronto a fare... tutto quello che dipende da me. Io, io vorrei vedervi contento; vi voglio bene io. Eh !... quando penso, che stavate cosi bene; che cosa vi mancava? Vi è venuto il grillo di maritarvi...

— Che discorsi son questi, Signor mio? disse Fermo con vólto tra l’attonito e. il collerico.

— Dico per dire, abbiate pazienza, dico per dire. Vorrei vedervi contento.

— Insomma...

— Insomma, figliol caro, non è mia colpa.

— Ma, col nome del cielo, non mi tenga cosi sulla corda; mi dica che cosa c’è.

— Sapete voi quante e quante formalità sono necessarie per fare un matrimonio che non levi il sonno a chi lo ha fatto?

— Ma queste formalità non si sono già fatte?

— - Fatte, fatte pare a voi, perché la bestia son io. La legge non l’ho fatta io; e prima di conchiudere un matrimonio, noi siamo obbligati a far molte e molte ricerche, per vedere se non vi sieno impedimenti.

— Ma se ce n’è, perché non mi dice quali sieno?

— V’ho detto figliolo, che bisogna far molte ricerche. Il testo è chiaro: antea quam matrimonium denunciet.

— Le ho detto che non voglio latino. Ma non le ha già fatte queste ricerche?

— Non le ho fatte tutte, vi dico.