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726 gli sposi promessi

era il furore contra quegli che si credevano la cagione primaria di tanti mali. Nello stesso istante s’aperse di nuovo la finestra, e di quivi la signora Ghita gridava a testa: «cacciate quel garritore, che dev’essere un di quei ghiotti, che vanno facendo le1 porcherie alle porte e alle muraglie.2 Alcuni cominciavano già a correre verso Fermo, urlando: «piglia, piglia, dalli, dalli.» Fermo vide la mala parata: per buona sorte3 il lato della strada, dove stava la vecchia, era quasi sgombro d’altra gente: uno, che era accorso per di là, volle gittarglisi addosso, ma egli lo stramazzò a terra d’un urto; e a gambe. Allora la folla vie più ad inseguirlo.4 E non era ancora5 giunto al capo della via, che già sentiva quelle grida amare risuonar più6 forti all’orecchio, sentiva7 appressarsi il calpestio dei più leggieri ad inseguirlo. In quell’estremo, egli che sapeva,8 come ognuno lo sapeva, qual fosse la sorte di chi cadeva nelle mani del popolo o dei giudici col nome di untore, risolse di non lasciarsi pigliare alle spalle da quei furibondi, ma di rivolgersi, di mostrar loro il viso, e di difendere disperatamente la sua vita.

  1. poltronerie
  2. Fermo si vide a mal partito.
  3. un lato [nel] era sgombro | il
  4. già fuori d’una via, dentro per un’altra, Fermo corrreva alla ventura; ma già sentiva le grida più vicine, e i passi dei più corridori che quasi quasi radevano i suoi (lacuna) ed egli a correre; era presso [all] al capo
  5. uscito [di quella via | avvicinavasi] della via
  6. vicine
  7. avvicinarsi [lo | il calpestio] il calpestio d’alcuni più vicino
  8. per tanti casi [dei quali] la fama dei quali