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capitolo [iv] - tomo iii |
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distinti, che1 si prestavano assai bene alla sua loquacità naturale. Ma i sentimenti di Lucia erano misti, intralciati, ripugnanti: erano di quelli, sui quali la mente2 s’appoggia con una insistenza dolorosa, per distinguerli e per3 dominarli:4 di quei sentimenti che non cercano di esser comunicati, né trovano ancora la parola, che li rappresenti. Rivedeva ella la sua casa, quella dove aveva passati tanti anni tranquilli, che aveva5 tanto desiderato e sì poco sperato di rivedere; ma quella casa, che non era stata per lei un asilo, quella casa dove aveva data una promessa, che non
credeva di poter più attenere, dove aveva tante volte fantasticato un avvenire, divenuto ora impossibile. Era terribilmente in forse di Fermo: Agnese non le aveva potuto dire se non quello, ch’ella stessa sapeva confusamente; che Fermo
cioè, dopo6 il tumulto di Milano del giorno di San Martino, aveva dovuto7 fuggire dalla città, e8 uscire dallo Stato per porsi in salvo. E quand’anche Fermo fosse tornato tranquillamente, le ansietà di Lucia9 si sarebbero cangiate, ma non avrebbero cessato, perché ella non poteva più esser sua.10 Tremava ancora nel pensiero che Fermo potesse essere informato del suo ratto, della sua prigionia,11 e non sapere esattamente com’ella aveva fuggito ogni pericolo:12 la poveretta,13 mentre aveva rinunziato a Fermo, avrebbe voluto ch’egli sapesse ch’ella era in tutto degna di lui. Avrebbe voluto14 che Fermo15 fosse informato del vóto ch’ella aveva fatto senza ch’ella glielo dicesse, che egli l’approvasse con dolore, che non pensasse mai ad altra, né più a lei, o per meglio dire (giacché questa non era l’idea precisa di Lucia) avrebbe16 voluto che Fermo facesse tutti i giorni una risoluzione di non più pensare a lei.17 L’assenza del Padre Cristo¬
- ↑ s’accordavano
- ↑ insiste
- ↑ Variante assoggettargli
- ↑ e non trova né la volontà
- ↑ disperato | des
- ↑ i torbidi
- ↑ uscire
- ↑ fu
- ↑ avrebb
- ↑ [Si] Temeva anche che
- ↑ senza sapere la sua
- ↑ credeva | tem
- ↑ credeva
- ↑ che Fermo non avesse più] pensato mai ad altra né più a lei: o pur meglio
- ↑ avesse
- ↑ desid
- ↑ che si fosse ben ricordato che era suo dovere di dimenticarla. Accanto al periodo che segue, a margine, in penna: «Das ist zu viel Keineswegs, mein guter Freund. You are too nice. Fai d’una mosca un elefante. Està es verdadera pequenaria. (sic) Nubem pro Junone amplecteris. Te sett matt ! — Ma farai bene a lasciar
cancellato il cancellato perché l'idea residua [la frase restante] en est plus fini.»