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capitolo ii - tomo iii |
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Conte stesso, quantunque1 la sua vita intera pesasse in quel giorno su la sua memoria, quantunque tanti fatti si presentassero alla sua mente,2 spogliati di quella maschera con cui gli aveva veduti nel momento della esecuzione, e lasciassero ora vedere la loro forma vera e spaventosa,3 pure sentiva una certa pace in quel nuovo consorzio, fra quelle idee4
che gli facevano intravedere una nuova vita di mente, un
nuovo interesse, una serie di pensieri, coi quali si potesse
vivere. Dopo la mensa, usava il Cardinale nelle sue visite di prendere un breve riposo, e poi di continuare le faccende pastorali, per le quali era venuto. Ma in quel giorno5 non v’era riposo per lui che nello stare più che poteva unito all’animo del Conte, per uniformarlo al suo; e la6 vigna di quel buon prete Morazzone era tanto ben coltivata7 che aveva poco bisogno della ispezione di Federigo. Si levò egli dunque, e preso per mano il Conte, che lo segui volenteroso, si chiuse in una stanza con lui. Del colloquio ivi tenutosi non v’è traccia nel nostro manoscritto,8 né a dir vero noi ne facciamo carico all’autore, maravigliati come siamo ch’egli abbia potuto pescar qualche cosa di quel primo abboccamento; quando il Ripamonti stesso, un famigliare del Cardinale,9 e biografo di lui protesta che delle cose passate tra questo e il Conte nel secondo colloquio nulla ha trapelato. Quel poco però che il Ripamonti dice degli effetti di questo secondo colloquio serve molto a una idea della importanza10 della mutazione d’un uomo in quei tempi, e a dipinger meglio il Conte11 Noi12 crediamo far
cosa opportuna traducendo quel poco dal bel latino di quello
scrittore poco conosciuto, e che meriterebbe certamente di
- ↑ [la memoria dei suoi delitti] una vita intera di delitti gli apparisse e gli fosse presente al pensiero con una nuova forma in quel giorno
- ↑ in una nuova e terribile forma
- ↑ nulladim
- ↑ che lo toglievano a quelle con le quali
- ↑ il riposo suo
- ↑ casa
- ↑ poco
- ↑ né altrove. Il Ripamonti famigliare del Cardinale protesta di non averne potuto saper nulla: e noi |giova qui riferire le sue parole | giova qui tradurre dal bel latino di questo scrittore | noi crediamo far cosa grata al lettore | noi] crediamo (lacuna) (il poco però ch] il
poco però che egli dice (lacuna ma le poche parole] ma quello ch’egli dice degli effetti di questo colloquio [possono] può servire a dare
- ↑ e il suo
- ↑ di quella conversione d’animo
- ↑ Noi tradurremo
questo
- ↑ crediamo far cosa grata al lettore [il tradurre] traducendo queste poche parole