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capitolo i - tomo iii 387

e ai ventidue di novembre. Ma si1 pentí tosto anche di questa risoluzione: perché2 diceva egli fra sé: — non vedi come è accipigliato, meditabondo, turbato? Se gli fo motto di simili corbellerie, mi può rispondere in furia, e togliermi il coraggio di andare... andare! bisogna andare. Oh che faccenda! oh che impiccio! Oh quando potrò contarla a Perpetua, e dire: è andata bene!

3 Cosí si angariava il pover uomo,4 cercando 5 nella sua mente qualche materia di discorso, e rigettando questa perché 6 troppo ardita, quella perché troppo volgare; come un povero scrittore che abbia a fare con un pubblico difficile. Se il Conte avesse potuto sospettare che la mente di Don Abbondio era ad una simile tortura, gli avrebbe tosto7 cercate le parole più atte a dare sicurezza anche ai pusillanimi, avrebbe fatto in modo d’infondere ogni coraggio a Don Abbondio; poiché il timore, ch’egli ispirava, sarebbe stato per lui in quel momento un rimprovero doloroso, un ricordo di tutto ciò8 ch’era stato in lui di feroce e d’ingiusto, di ciò ch’egli allora detestava e voleva riparare. Ma per disgrazia di D. Abbondio, era il Conte talmente occupato dei suoi pensieri, talmente distratto da tutto ciò che non era egli, il cardinale, e Lucia, che non si avvedeva per nulla della tempesta, che bolliva nell’animo del suo compagno; e a dir vero non si ricordava quasi ch’egli fosse presente.

Giunse alla fine l’aiutante di camera, a dire che tutto era in pronto. Don Abbondio guardò allora al Conte, il quale alla prima parola intesa s’avviò:9 s’accorse allora di D. Abbondio, e lo riverì, 10 come si fa a persona che sopraggiunga;11e quindi, trovandosi già presso alla porta, continuò il suo cammino, seguendo l’aiutante di camera. D Abbondio, che aspettava questo momento, per vedere se il Conte gli usasse un atto di cerimonia, anzi di civiltà, e pigliarne

  1. avvide
  2. [diceva] egli:
  3. Se il Conte avesse potuto
  4. [vole] rigettando tutti i discorsi
  5. [proferire e | sul) parole da dire rigettando come troppo volgari, e come (lacuna)
  6. [inopportuna] scabrosa
  7. [tòlta] fatta sparire ogni sollecitudine con le parole le più atte a dar
  8. che la sua vita aveva
  9. il Conte
  10. Segno, e a margine, in penna: «gli fece un cenno di saluto».
  11. alla porta D. Abbondio si ritirò per lasciar passare il curato: questi voleva far cerimonie e quindi continuò il suo