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386 | gli sposi promessi |
dere grasso il pastore e macilenti le pecore. 1 Ma nel discorso che Federigo tenne in quel giorno, uscivano di quando a quando, come dall’abbondanza del suo cuore, parole più magnifiche, più tenere,2 sulla misericordia, sulla conversione sulla vita futura; le quali erano intese da quelli, che lo avevano veduto col conte, e in parte anche dal popolo, sul quale s’era sparsa confusamente la notizia della gran mutazione: e quegli, che erano soliti di udirlo, ebbero a dire che in quel giorno v’era nel suo dire qualche cosa d’ispirato e di celeste oltre l’ordinario. 3 Terminato il discorso, compiuto il Sagrificio, attese egli alle altre 4 funzioni del suo ministero per lunghissima ora, con quell’ardore suo solito, con quella intensità volonterosa e continua, che non lasciava nemmeno da sospettare5 che vi fosse nelle sue azioni uno sforzo da lodare, un tedio vinto, una tolleranza virtuosa alla fatica.
Intanto il Conte e il curato erano rimasti soli nella stanza;6 e la coppia era, in un altro senso, non meno mirabile di quella prima.
Don Abbondio, nojato del presente e inquieto dell’avvenire, ruminava7 fra sé che cosa potesse dire a colui, per assaggiarlo, per conoscere l'umore della bestia, giacché,8 di voglia o di forza, doveva9 trovarsi con quella, e accompagnarla nella sua caverna; ma il pover uomo non sapeva raccappezzare un pensiero, una frase che stesse bene. — Potrei, — andava masticando fra sé, — potrei dire: mi rallegro ... buono! se mi domanda di che,10 come posso rispondere?11 mi rallegro vuol dire che finora non c’era da rallegrarsi, vuol dire che egli era un gran birbone. Costui è un matto furioso. E se la piglia per traverso? È meglio parlare 12 di cose estranee. — 13 E appena 14 avuta questa ispirazione, Don Abbondio stava per dire: la giornata15 è un po’ rigida; ma non è da stupirsene; siamo tra le montagne
- ↑ A margine:(Rivola, libro VI, cap. 8, pag. 671)
- ↑ più eloquenti
- ↑ [Dopo il discorso] terminò egli il va
- ↑ lunghissime
- ↑ che [in qu] in quelle fatiche fosse da lodarsi in lui [una] la tolleranza delle fatiche
- ↑ accoppiati non meno singolarmen
- ↑ fra sé che cosa potesse dire a colui per assaggiarlo
- ↑ di forza o di voglia doveva andare con esso nella sua caverna
- ↑ stare
- ↑ [giacché] e ne vuol
- ↑ mi rallegro che siate diventato un galantuomo
- ↑ del tempo
- ↑ E dopo qu
- ↑ fatta
- ↑ è assai ri