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capitolo viii - tomo iii 565

dirigere il suo cammino verso quella parte, dove gli pareva che l’Adda dovesse passare. Finalmente sentì il romore del fiume; e, camminando sempre verso quello, giunse presso alla sponda.1 Ma quivi non v’era modo di transitare, onde il povero Fermo, dopo aver guardato intorno se mai per caso qualche battello si trovasse su la riva, e non ne vedendo, tornò tristamente indietro; ed, entrato in un bosco che costeggiava il fiume, s’arrampiccò sur un albero, e vi si appiattò, aspettando con ansietà2 l’apparire del giorno. Ma la notte era appena incominciata, e il povero Fermo, ebbe molte ore da meditare in quella3 sua incomoda stazione. Don Rodrigo, Don Abbondio,4 il Vicario, Ferrer, la guida, l’oste di Milano, il notajo, i birri, il mercante, i curiosi, passavano a vicenda nella5 sua fantasia;6 ma nessuno di costoro conduceva seco una7 memoria, che non fosse di rancore o di sconforto. Solo8 due immagini avevano un aspetto consolatore,9 e spargevano un po’ di luce tranquilla su quel quadro confuso. Se noi inventassimo ora una storia a bel diletto,10 ricordevoli11 dell’acuto e profondo precetto del Venosino, ci guarderemmo bene dal riunire due12 immagini cosi disparate,13 come quelle che si associavano nella mente di Fermo;14 ma noi trascriviamo una storia veridica;15 e le cose reali non sono ordinate16 con quella scelta, né temperate con quella armonia, che17 sono proprie del buongusto: la natura,18 e la bella natura, sono due cose diverse.19 Diciamo dunque con la franchezza d’uno storico, che,20 mentre21 quasi tutti i personaggi, coi quali Fermo era

  1. Ma come tragittare ?
  2. che
  3. incomo
  4. i fratelli
  5. memor
  6. e tutto era [sconforto] tristezza, rancore, disinganno e sconforto
  7. idea lieta
  8. una immagine
  9. e come si dice | e rendevano un po’ giocondo quel quadro confuso. Il lettore ci perdonerà | il padre Cristoforo e Lucia. Erano invero due cose molto disparate, ma non le abbiamo noi riunite a bel diletto
  10. ci guarderemmo bene dal riunire due cose tanto disparate e
  11. del sapiente
  12. cose tanto
  13. quanto un cappuccino e una giovinetta.
  14. e vi producevano la. stessa affezione
  15. e la natura non è come la s
  16. in quella | e temperate con quella unità e con
  17. [apparten] il genio delle invenzioni sa creare
  18. [non è come] è tutt’altra cosa che la bella natura
  19. A margine, in penna: «Questo passo su Orazio e la bella natura lo lascerei fuora».
  20. il padre Cristoforo e Lucia riuniti nella memoria e nel cuore di Fermo come due creature
  21. tutti