248 |
gli sposi promessi - tomo ii |
|
stava nelle angosce di chi sente l’orrore del delitto, e lo
vuole. Sedeva, si alzava, andava ad origliare alla porta: 1 intese il colpo, e fuggì ella pure a rannicchiarsi nell'angolo il più lontano della sua stanza, orribilmente agitata tra 2 il terrore del misfatto, e 3 il terrore che non fosse ben consumato. L’omicida entrò, e disse: «abbiamo 4 fatto ciò ch'era inteso: non resta più che di riporre le cose in ordine: 5 venite ad aiutarci.» «No no, per amor del cielo,» rispose Geltrude. 6 «Che c’entra il cielo?» disse l’omicida. « Lasciami, lasciami» continuò Geltrude. «Come!» replicò l’omicida 7 «chi è stata quella...?» «Si è vero» rispose Geltrude; «ma tu sai ch’io sono una povera sciocca nelle faccende; non son buona da nulla; lasciami stare per amor...» 8 Gli atti e 9 il vólto di Geltrude riflettevano in un modo così orribile l’orrore del fatto, che l’omicida non potè sopportare la sua presenza, e tornò in fretta 10 presso a colui, l’aspetto del quale pareva dire: - non è nulla. - 11 «Non vuol venire» diss’ella, con un 12 moto convulso delle labbra, che avrebbe voluto essere un sorriso 13 di scherno: «non vuol venire: è una dappoca.» «Non importa» rispose Egidio; «non farebbe altro che impacciare: ecco tutto è 14 finito senza di lei.» «Resta ancora....» volle cominciare l’omicida, ma non potè continuare. «Ebbene» disse Egidio:15 «questa è mia cura; datemi 16 tosto mano, e poi lasciate fare a me.» Le donne obbedirono: Egidio, carico del terribile peso, ascese per una scaletta al solajo: 17 e l’omicidio uscì per la porta che era stata aperta al sacrilegio. Quando lo scellerato fu nelle sue case, cioè in quella parte disabitata che toccava il monastero, discese per bugigattoli e per andirivieni, 18dei quali egli era pratico, ad una cantina abbandonata, o che non aveva forse mai servito; quivi in una buca, scavata da lui, il giorno antecedente, depose il testimonio del delitto;
- ↑ paventando, e volendo il momento [in un] che avrebbe tron (lacuna)
- ↑ lo spavento
- ↑ lo
- ↑ Di qui a ordine sottolineature in lapis, e a margine: «Mutare il sottolineato: perchè? nol so dire, ma vi è in me qualche cosa che lo dice».
- ↑ vieni ed ajutaci
- ↑ lasciami, lasciami - Come!
- ↑ non siete...?
- ↑ del cielo
- ↑ le parole
- ↑ là dove ella
- ↑ Di qui a dappoca segno verticale di lapis, e a margine: «Idem», con richiamo al'osservazione precedente.
- ↑ [verso] movimento
- ↑ : non vuol venire
- ↑ fatt
- ↑ lascia
- ↑ mano
- ↑ ivi era un pertugio
- ↑ ch'egli benissimo conosceva