Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
capitolo iv. - la signora tuttavia. | 227 |
una eloquenza di tenerezza sentita; giacché in quel punto egli era lieto non solo di avere ottenuto il suo fine; ma 1 le parole di Geltrude sembravano 2 di chi ha liberamente scelto, ed è contento della sua scelta; 3 e la benevolenza per chi fa quello che uno desidera, 4 in modo da togliergli ogni inquietudine ed ogni rimorso, è una virtù concessa a tutto il genere umano.
Da quel giorno in poi Geltrude non ebbe più che due 5 occupazione 6 l’una interiore, ed era di persuadere a se stessa ch’ella era contenta della sua scelta, di 7 fermarsi quanto più poteva su le immaginazioni che potevano renderle gradevole il monastero, 8 di cercare un po’ nella divozione, un po’ nel pensiero delle distinzioni che vi avrebbe avute, consolazioni, celesti o mondane, tutto purché fosse consolazioni. L'altra occupazione era di accelerare quanto più si poteva tutte le operazioni preliminari alla vestizione, per uscir di casa, per esser chiusa una volta, per 9 precludersi ogni strada al tornare addietro, per non sentirsi più nascere in cuore quell’intollerabile: — potrei forse ancora. — Questo suo desiderio s’accordava troppo con quelli del Marchese perch’egli non cercasse ogni via di soddisfarlo; e infatti egli sollecitò a tempo e a contrattempo tutte le dispense per far presto.
Cosi mi sembra che sarà bene che facciamo pur noi in questo racconto. Diremo dunque che Geltrude entrò nel monastero di Monza, e che assunse l’abito; che scorso il tempo del noviziato nel quale 10 la sua risoluzione parve sempre più spontanea e ferma, perché ella mostrava tutto ciò che poteva farlo credere, e divorava nel suo cuore tutto ciò che avrebbe potuto far credere il contrario, trascorso questo tempo, ella fece la solenne professione, con 11 una pompa straordinaria, e quale si conveniva alla casa. 12 Il sacrificio fu consumato, il dono fu posto su l’altare, ma era di frutti della terra; la mano che ve lo aveva posto non era monda; il cuore non lo offriva; c lo sguardo del cielo non discese sovr’esso.
- ↑ [il contegn] il c
- ↑ esprimere lo sta
- ↑ e amare
- ↑ [senza] togliendogli ogni inquietudine e o
- ↑ pensieri: l’uno interno
- ↑ Sic.
- ↑ riandare
- ↑ di farselo
- ↑ non poter più dare un passo addietro, per non dirsi
- ↑ ella [fece | fece ogni sforzo] parve sempre più deli
- ↑ tutta la
- ↑ Di qui a sovr’esso segno verticale di lapis, a margine, e accanto, in penna: «Troppo ascetismo: e per una Monacazione con voti irrevocabili, con sanzioni di legge civile!»