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Cap. III.
V’ha dei momenti in cui l’animo 1 massimamente dei giovani, è, o crede di essere talmente disposto ad ogni più bella e più perfetta cosa che la più picciola spinta basta 2 a rivolgerlo a ciò che abbia una apparenza di bene, di sacrificio, di perfezione: 3 come un fiore appena sbocciato, che 4 s’abbandona sul suo fragile stelo, pronto a concedere le sue fragranze all’aura più leggiera 5 che gli asoli punto d’attorno.
L’animo vorrebbe perpetuare questi momenti, e diffidando della sua costanza, corre con alacrità a formar disegni irrevocabili: felice se la tarda riflessione non gli rivela col tempo, che ciò che gli 6 era sembrato 7 una ferma e pura volontà non era altro che una illusione della fantasia. Questi momenti che si dovrebbero ammirare dagli altri con un timido rispetto, e coltivare dal prudente consiglio in modo che 8 si maturassero colla prova e col tempo, nei quali tanto più si dovrebbe tremar e vergognarsi di chiedere quanto più grande è la disposizione ad accordare, questi momenti sono quelli appunto, 9 che la speculazione fredda o ardente
- ↑ massime
- ↑ ad ottenere da esso
- ↑ simile ad un fi
- ↑ sta; Variante riposa mollemente, si dondola
- ↑ che gli strisci accanto. Questi momenti [che | nei quali | che l'animo vorrebbe perpetuare, e per ciò è inclinato a | fare d | formar disegni irrevocabili di cui l’ani] che l’animo vorrebbe perpetuare con disegni irre | e (lacuna)
- ↑ [pareva] era
- ↑ un effetto della più pura
- ↑ senza esser perduti
- ↑ che l’interesse freddo e a