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352 gli sposi promessi

un momento in fra due, se doveva prima andare alla stanza di Lucia. Dopo aver pensato qualche tempo: — no — diss’egli fra sé: — non la vedrò: non voglio obbligarmi a nulla; voglio venirne all’acqua chiara con questo Federigo. Potrei lasciarla andare, e pentirmi. Se comincio a fuggire da uno spauracchio, a desistere da un’impresa, è finita: non son più uomo. Parlato che avrò con costui, mi convincerò che sono sciocchezze, e sarò più forte di prima... o se... costui... mi facesse... cangiare... son sempre a tempo. Andiamo; sarà quel che sarà. —

Chiamò un’altra donna, alla quale in presenza del Tanabuso impose che si portasse sola alla stanza di Lucia, che vedesse che nulla le mancasse, e che soprattutto ordinasse alla vecchia guardiana di trattarla con dolcezza e con rispetto; e che nessun uomo ardisse avvicinarsi a quella stanza.

Dato quest’ordine, pensò se dovesse pigliar seco una scorta; e — oh! via — disse - per dei preti e dei contadini? Vergogna! Se ci sarà alcuno che non mi conosca non avrà nulla da dirmi; per quelli che mi conoscono...! —

Cosí il Conte solo, ma tutto armato, usci dal castello, scese l’erta e,1 giunse2 nella via pubblica, la quale3 brulicava di viandanti;4 la turba cresceva ad ogni istante: a


    Federigo che sempre con l’esempio e talvolta con le parole gli faceva vergognare del loro vivere superbo scioperato molle e violento, s’accordarono di fargli fare una trista figura, di vendicarsi e di divertirsi un momento a sue spese. Rotta la folla, s’avvicinarono all’altare, e appostatisi in faccia a Federigo, si diedero a fare i più strani e beffardi atti del mondo: storcer le bocche, torcere il collo come chi irride un ipocrita, cacciare un palmo di lingua, sghignazzare. Il Conte, che fu poi del Sagrato, era tra essi, anzi queglino erano con lui; perché egli non era mai stato secondo in nessun luogo e in nessun fatto. Federigo, contristato e mosso a pietà ed a sdegno nello stesso tempo, ma non confuso, girò su quella turba un’occhiata, che esprimeva tutti questi affetti con una gravità tranquilla, ma più potente dell’impeto indisciplinato di quei provocatori; quindi, piegate le ginocchia dinanzi all’altare, pregò per essi, i quali partirono col miserabile contegno di chi è stato vinto in una impresa, in cui il vincere stesso sarebbe vergognoso. Al principio del brano cancellato, a margine, in penna: «Se quest’occhiata e la storiella di S. Giovanni in Conca sono invenzioni, le cancellerei addirittura, come indegne per dirla in breve di Walter Scott. Ancor che sia storia, scancella per amor di Dio: è proprio una bazzecola.

  1. si tro
  2. alla
  3. era tutta
  4. che andavano tutti