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gli sposi promessi - tomo ii

n’è.1 Perché 2 fare ancora delle cose, che si vorranno dimenticare e non si potrà? Non ne abbiamo abbastanza?»3

«Ah! ah!» rispose Egidio, «cosi siete disposta a compiacermi? Adesso vi nascono gli scrupoli eh! Più conto fate d’una villana, che conoscete appena da otto o dieci giorni, che di me. Questa è quella che voi amate.»

4«Io amarla!» rispose Geltrude, «io colei! non la posso soffrire: è una superba, non fa che parlare della sua innocenza, e quando ne parla mi guarda 5 con certi occhi come se sapesse qualche cosa, e, fingendo rispetto, volesse insultarmi. L’ho accolta, sapete, perché bisogna nel nostro stato farsi più amici che si può: no ch’io non l’amo; ma lasciatemela per carità, questa lasciatemela, mi diventerà cara, e quando un altro pensiero verrà a tormentarmi, riposerò i miei occhi sopra di lei, e dirò fra di me: — ecco, anche questa l’avrei dovuta sagrificare; ed è qui.»

«Pazzie, pazzie,» disse Egidio; « parlate come una6 bambina sciocca. Lasciate7 che sul principio si lamenti, e un giorno poi riderà dei suoi terrori, e sarà contenta.»

«No, non sarà contenta,» rispose Geltrude con la rapida risoluzione di chi ha il vivo sentimento che le parole, che ha udite, sono menzogne.

«Va bene, va bene,» disse Egidio con uno sdegno in parte vero, in parte diabolicamente affettato: « non ne facciamo più: e già vedo che non possiamo andar d’accordo: è

  1. Perché andare ancora in cerca di pensieri
  2. and
  3. Oh questa lasciatemela; [mi sarà una scusa quando] mi diventa preziosa; e quando un altro pensiero verrà a tormentarmi avrò almeno una consolazione a guardarla, e a dire fra me: ecco anche questa l'avrei dovuta sagrificare ed è qui.
    - Bene, disse Egidio con uno sdegno in parte vero in parte diabolicamente affettato: bene non ne facciamo più.
  4. Qui, a margine, in penna: «Mi pare che la risposta di Geltrude potrebbe esprimere questi sentimenti: Io amarla! non so nemmen io - è un falegname che scrive - se l'amo o se l'odio. Alle volte vorrei abbracciarla, un momento dopo non la posso soffrire. E dire Geltrude alla rinfusa che Lucia è buona, che è superba, che la vorrebbe veder sposa di Fermo, che le fa rabbia, che quando parla della sua innocenza - e ne parla ad ogni tratto - essa le crede; eppure le pare che quella Lucia la guardi con certi occhi come se sapesse qualche cosa, e fingendo rispetto volesse insultare. L'ho accolta sapete ecc.»
  5. come se mi volesse rinfacciar qualche cosa
  6. sciocca
  7. fare che un giorno