Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Cap. IX.
Quando Egidio si1 avvenne2 nella nostra povera Agnese,3 andava appunto fantasticando sul modo4 di soddisfare al piú presto ai desiderj del suo degno amico, e di5 dargli con la prontezza del servizio una prova di audacia e di destrezza singolare; e nei varj disegni che6 ruminava7 il pensiero, questa Agnese8 gli si gittava sempre a traverso come il maggiore impedimento. Come staccare da essa Lucia, che9 le stava sempre appiccata alla gonnella? Rapire Lucia quando fosse in compagnia della madre,10 era esporsi ad un vero scandalo:11 la resistenza, che12 la madre avrebbe tentato di opporre, poteva render necessaria qualche violenza13 che avrebbe renduto l’affare piú serio, o almeno avrebbe fatto perder tempo, forse sfuggire l’opportunità; le sue grida potevano14 attirare15 dei guastamestieri, o almeno dei testimonj; e ad ogni modo essa, rimanendo in Monza, avrebbe sclamato, ricorso,16 parlato e fatto parlare.17 Al contrario quando Lucia non avesse in paese persona,18 a cui calesse di lei particolarmente,19 i discorsi sarebbero20 stati21 d’un giorno, ed era molto piú agevole22 dare all’avventura quella spiegazione, che fosse convenuta e che nessuno avrebbe potuto
- ↑ abb
- ↑ in Agnese
- ↑ stava
- ↑ di servire al piú presto ai voleri (lacuna)
- ↑ far prova con esso di
- ↑ andava
- ↑ il
- ↑ [gli a] era sempre il maggiore ostacolo
- ↑ gli era
- ↑ era
- ↑ le grida della madre,
- ↑ all
- ↑ che rendesse l’affa
- ↑ far trarre
- ↑ dei
- ↑ impedito che
- ↑ Andava dunque
- ↑ che
- ↑ era molto piú
- ↑ avrebbero
- ↑ pochi,
- ↑ di ef