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306 | gli sposi promessi - tomo ii |
potrebbe volergliene, per qualche puntiglio, e allora non mi converrebbe pigliar le parti di fra Cristoforo prima di saper bene1 di che si tratta, e fino a che punto lo potrò sostenere. In ogni caso prima di farmi cantare, dovrà cantare egli più chiaro. — Fatte rapidamente queste riflessioni, il Padre rispose:
«Se V. E. vuol compiacersi di dirmi più chiaramente2 perché le preme il Padre Cristoforo, spero di poterle dare tutte le3 cognizioni che posso averne io medesimo.»
— Sempre politico il Padre Provinciale, — disse in suo cuore, il Conte. — Eh già gli sanno cavare dal mazzo. — E tosto rispose ad alta voce:
«Ecco il fatto, Padre molto reverendo:4 questo padre Cristoforo non le ha dato più volte da 5 pensare, per cavarlo da impegni in cui s’era posto per poca prudenza, e per voglia di accattar briga? Dica liberamente, non è un cervello un po’ caldo?»
— Ho inteso, — disse fra sé il Padre, — è un impegno: Benedetto Cristoforo! ma bisognerà sostenerlo. — E6 rivolgendosi al Conte rispose,7 indirettamente al solito:
«Liberamente, com’Ella desidera le dirò, cheref>Schiettamen</ref> il nostro Padre Cristoforo,8 l’ho sempre conosciuto per un buon religioso, esemplare, zelante, e nei suoi doveri di cappuccino irreprensibile.»
9— ! Ah! Ah! — disse ancora fra sé il Conte,— bisogna dunque tirarti con gli argani! — E con le labbra disse al Padre: «Ella sa pure che siamo amici, e fra noi non si deve parlare politicamente. Io sono informato molto bene che questo religioso10 è un po’ inquieto,11 ama di comprarsi le quistioni, e di cozzare12 con le persone di qualità. Cose che non vanno bene; non vanno bene, Padre molto reverendo: Ella conosce il mondo, e m’insegnerà che queste cose non vanno bene.»
— E tutta mia colpa, — 13 disse sempre in soliloquio il Padre: — doveva pensare che quel benedetto Cristoforo con quel suo fuoco mi avrebbe trascinato in qualche im-