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290 | gli sposi promessi - tomo ii |
Milano... un monastero1... la Signora che spalleggia... due cappuccini di mezzo... e signor mio2 questa donna vale dugento doppie. »
3A queste parole succedette un istante di silenzio;4 rimanendosi l’uno e l’altro a parlare fra sé. Il Conte diceva nella sua mente: — l’avresti avuta per centocinquanta se non parlavi d’ infado e d'amparo — ; e Don Rodrigo intanto faceva egli pure mentalmente i suoi conti su le dugento doppie. — Diavolo! questo5 capriccio mi vuol costare!ref>Vediamo</ref> Che Ebreo! Vediamo... le ho: ma ho promesso al mercante... via lo farò tacere. Eh! ma con costui non si scherza: se prometto, bisognerà pagare. E pagherò:... frate indiavolato, te le farò tornare in gola... Lucia la voglio... Si è parlato troppo... non son chi sono.....— 6 Fatta cosi la risoluzione, si rivolse al Conte e disse: «Dugento doppie, signor Conte: l’accordo è fatto.»
«Cinque e cinque, dieci,» rispose il conte. E questa, se mai per caso la nostra storia capitasse alle mani di un lettore7 ignaro8 del linguaggio milanese,9 è una formola comune, che10 accennando il numero delle dita di due mani,11 congiunte,12 significava l’impalmarsi per conchiudere un accordo. E nell’atto di proferire la formola, il Conte stese la mano, e Don Rodrigo la strinse.13
«Le darò,» disse Don Rodrigo, «uno dei miei uomini, che conosce benissimo la persona, e14 starà agli ordini di Vossignoria... »
«Non15 fa bisogno,» rispose il Conte del Sagrato: «mi basta il nome;» e qui cavò una vacchetta, sulla quale sa il cielo che memorie erano registrate, e fattosi dire un’altra volta il nome e il cognome della nostra poveretta, lo scrisse, e notò pure il monastero.
«Ma non vorrei che nascessero abbagli.»
«So quel che posso promettere» rispose il Conte, il
- ↑ presso a Milano
- ↑ ma
- ↑ Proferite queste parole ta
- ↑ [Il Conte proseguiva] parlando l’uno e l’altro fra sé. Il Conte
- ↑ pu
- ↑ Signor Conte
- ↑ non indotto
- ↑ [della] del
- ↑ questa
- ↑ [significa l’impalmarsi per accordo | per u | accenna il numero delle dita di due mani per significare] (lacuna) che significa l’impalmarsi per un accordo
- ↑ strette
- ↑ E cosi dicendo
- ↑ aggiungendo il resto della formola: e la cavalla è nostra | mia | Io non sono un (lacuna)
- ↑ potrà
- ↑ importa