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capitolo viii - la signora tuttavia. 289


«Non so se il Signor Conte si ricordi della mia persona; ma io ho presente di1essere stato qualche volta fortunato ...»

«Mi ricordo benissimo e la prego di venire al fatto.»

«A dir vero,» riprese D. Rodrigo, «io mi trovo impegnato in un affare d’onore, in un puntiglio, e sapendo quanto valga un parere di un uomo tanto esperimentato quanto illustre, come è il Signor Conte,2 mi sono fatto animo a venire a chiederle consiglio, e per dir tutto anche a domandare il suo amparo

3«Al diavolo anche l'amparo, » rispose con impazienza il Conte.4 «Tenga queste parolacce, per adoprarle in Milano con quegli spadaccini imbalsamati di zibetto, e5 con quei parrucconi impostori che non sapendo esser padroni in casa loro, si protestano servitore 6 d’uno spagnuolo infingardo.» 7 E qui, avvedendosi che Don Rodrigo faceva un vólto serio tra l’offeso e lo spaventato, si raddolcì e continuò: «intendiamoci fra noi da buoni patriotti, senza spagnolerie. Mi dica schiettamente in che posso servirla.»

Don Rodrigo si fece da capo, e raccontò a suo modo tutta la storia, e fini col dire che il suo onore era impegnato8 a fare stare quel villanzone e quel frate, e ch’egli voleva aver nelle mani Lucia; che se il signor Conte avesse voluto assumere questo impegno, egli non dubitava più dell’evento.9 «Non intendo però, » continuò titubando, «che oltre il disturbo, il signor Conte debba assoggettarsi a spese per favorirmi... è troppo giusto... e la prego di specificare ...»

10«Patti chiari,» rispose senza titubare il Conte,11 e proseguì12 mormorando fra le labbra13 a guisa di chi leva un conto a memoria:14 «Venti miglia... un borgo... presso a

  1. aver più volte a
  2. vengo
  3. Lasci da [un cant] banda queste spagnolate, disse il Conte con impazienza, e intendiamoci fra noi da buoni compatrioti. Tenga queste parolacce per quando [ella] ella abbia a parlare con quegli spadaccini imbalsamati nel zibetto, e con quei parrucconi impostori che non sapendo esser padroni in casa loro, sono contenti (lacuna)
  4. Sono di quelle parolacce che [adopr] si usano in Milano d
  5. per
  6. Sic.
  7. Intendiamoci da noi da buoni patriotti, senza spagnolerie
  8. ed
  9.  ; che pregava il signor Conte (lacuna) È troppo giusto poi, continuò, che adoprandosi le spese necessarie
  10. Bene, bene
  11. e cont
  12. quasi
  13. come
  14. Monza
Manzoni, Gli sposi promessi. 19