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Capitolo IV.
Il Padre Galdino. * 1
Era un bel mattino di novembre; 1 la luce era diffusa sui monti e sul lago; le più alte cime erano dorate dal sole non ancora comparso sull’orizzonte, ma che stava per ispuntare dietro a quella montagna che dalla sua forma è chiamata il Resegone (segone), quando il Padre Galdino a cui Fra Canziano aveva esposta fedelmente l’ambasciata si avviò dal suo Convento per salire alla casetta di Lucia. Il cielo era sereno e un venticello d’autunno staccando 2 le foglie inaridite del gelso 3 le portava qua e là. 4 Dal viottolo guardando sopra le siepi e sui muriccioli si vedevano 5 splendere le viti per
le foglie 6 colorate di diversi rossi; 7 e i campi già seminati, e lavorati di fresco spiccavano dall’altro terreno come lunghi 8 strati di 9 drappi oscuri stesi sul suolo. L’aspetto della terra era lieto; ma gli uomini che 10 si vedevano pei campi o sulla via 11 mostravano nel vólto 12 l’abbattimento e la cura. 13 Ad ogni tratto s’incontravano sulla via mendichi laceri e macilenti invecchiati nel mestiere, 14 ma fra i
- ↑ Corretto in Cristoforo e poi cancellati tutt'e due. Per altra redazione del principio del capitolo, si veda l'Appendice E.
- ↑ la lu
- ↑ dagli
- ↑ le lasciava cadere sulle vie sui campi e sul viottolo
- ↑ Sopra le siepi
- ↑ le foglie delle viti tinte a diversi rossi
- ↑ tinte
- ↑ e i campi già lavorati contrastavano
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- ↑ e nel portamento
- ↑ Mendichi laceri e macilenti. [parte] alcuni invecchiati nel mestiere [parte] alcuni | parte
- ↑ [ma sconosciuti al Padre] ma che si