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26 gli sposi promessi - tomo i

stato ecclesiastico. A dir vero il suo fine principale non era stato quello di1 servire agli altri col ministero. Egli aveva pensato2 a trovare un modo di vivere e a porsi in una classe rispettata e forte,3 nella quale il debole fosse difeso dalle forze riunite degli altri. Ma non basta4 appartenere ad una classe per goderne tutti i vantaggi, come ognun sa: bisogna anche che l'individuo sappia diriggere5 a suo uso il piú che può delle forze che la sua società può mettere in opera e non v'è organizzazione comune che dispensi l'individuo dal farsi un suo sistema particolare. Don Abbondio non poteva adottare un sistema nel quale fosse necessaria una qualunque parte di risoluzione, di attività, di resistenza e altronde alla finfine il pover'uomo non6 domandava altro che quiete, vivere e lasciar vivere come si dice. Il suo sistema era dunque di evitare tutti i contrasti, e di cedere in quelli che non avesse potuto evitare. Se egi era assolutamente forzato a prender parte fra due contendenti, stava7 dalla parte8 del piú forte, procurando però di far vedere all'altro ch'egli non gli era volontariamente avverso, che potendo fare a suo modo sarebbe stato neutrale: pareva che gli dicesse: — Ma perché non avete saputo essere il piú forte? io sarei allora con voi. — Con queste arti il pover'uomo era riuscito a poter giungere senza forti burrasche fino all'età di cinquant'anni.9 Ma il povero D. Abbondio non avrebbe

  1. esercitare il ministero
  2. a farsi
  3. la quale pensa|poteva garantire
  4. bastava essere in una
  5. Sic.
  6. voleva per se che del
  7. [col] con quello
  8. la [piú potente|o piú forte] ma in modo però da far chiaramente vedere all'altro ch'egli non gli era volontariamente avverso, [che la neutralità sarebbe stata] che avrebbe voluto essere neutrale: pareva che gli dicesse: ma perché non [siete voi] avete saputo essere il piú forte? Io sarei allora con voi
  9. Ma vi sono nel cuore dell'uomo due benedette disposizioni le quali quando non sieno ben combattute ad ogni momento vanno radicandosi e crescendo, e finiscono [per] a deteriorare anche i caratteri piú felici; [Don Abbondio non era di quel|da essere privilegiato e a rendere piú miserabili quelli che lo sono naturalmente]. Una di queste disposizioni si è di dedurre da un principio disinteressato e riguardevole la ragione della nostra condotta. L'uomo che non è perverso non vuol [credere che] essere conscio a se stesso di operare per motivi di passine, non vuole credere che il mobile (sic) delle sue azioni sia un interesse, una ambizione, una precauzione timida e servile, si fa quindi una teoria colla quale possa esser persuaso ch'egli deve [condursi|portarsi] fare come fa, e dedurre da un principio ragionevole