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introduzione | 11 |
sempre da parte l’ingegno) le conosca, che abbia letto libri bene scritti, e parlato con1 persone colte, che abbia posto studio nell’udire e nel leggere e ne ponga nello scrivere.2 Ma3 questa condizione è la seconda. La prima4 è che5 parole e6 frasi adottate esclusivamente per convenzione generale esistano, che7 moltissimi scrittori e parlatori come d’accordo abbiano formata questa lingua ch’egli debbe scrivere, che gli abbiano preparati i materiali.
Se in Italia ci sia una lingua che abbia questa condizione, è una questione8 su la quale non ardisco dire il mio parere. È ben certo che v’ha molte lingue particolari a diverse parti d’Italia, che in una sfera molto ristretta di idee certamente, non hanno quell’universalità e quella purità. Io per me, ne conosco una,9 ma nella quale ardirei promettermi di parlare10 negli argomenti ai quali essa arriva, tanto da stancare11 il piú paziente uditore, senza proferire un barbarismo;12 e di avvertire immediatamente qualunque barbarismo che scappasse altrui; e questa lingua, senza vantarmi, è la milanese.13
Ve n’ha un’altra in Italia, incomparabilmente piú bella, piú ricca,14 di questa, e di tutte le altre,15 e che ha materiali per esprimere idee più generali etc. ed è, come ognun sa la toscana. Se poi anche questa lingua, la quale, fino ad una certa epoca bastava ad esprimere le idee piú elevate ecc. era al livello delle cognizioni europee lo sia ancora, se possa16 somministrare frasi proprie alle idee che si concepiscono ora, se17 abbia avuto libri sempre pari alle cognizioni, se abbia
- ↑ galantuom
- ↑ Variante nel parlare
- ↑ questa è la seconda co
- ↑ la piú
- ↑ queste
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- ↑ molti
- ↑ sulla qu
- ↑ molto limitata
- ↑ purché fosse
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- ↑ che fosse detto da u
- ↑ Ma, se ci sia una lingua universale che abbia queste condizioni, è come ripeto una questione su la quale sentirò sempre con molto curiosità e con molta attenzione il parere altrui.
- ↑ piú ava
- ↑ e piú adattata
- ↑ seguire il per
- ↑ a misura che