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AL

BENEVOLO LETTORE.


Γλῶσσα δ’ὀυκ ἔξω φρενῶν.


Pindaro.



Forse potria parer laudevol cosa,
Le pazzie le laidezze i vizj umani
Dissimular con penna peritosa,
Poichè medici noi non siam pur sani:

Ma un’indomabil ira generosa,
(Sieno i suoi feri dardi utili o vani)
Non può frenarli, tanto l’alma è rosa;
«E va nojando i prossimi e i lontani.»

Quindi, o tu ch’or benevolo qui leggi,
Me non biasmar; ch’egli è mio solo scopo
Dar, più che agli altri, a me, del retto leggi.

I rei mordendo a lungo giuoco, è d’uopo
Che l’oprare al gridar conforme echeggi. —
Pria le Satire giudica, me dopo.