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AL

MALEVOLO LETTORE.


Me remorsurum petis.


Horat., Epod., Od. VI.



Bench’io te non conosca e te non curi,
Pur vo’ mostrarti se mie rime han punta
Ottusa men, che gl’impotenti oscuri
Detti, in te figli d’atra invidia smunta.

Finor miei carmi hai sentenziato impuri;
E menzïon di te non v’era aggiunta:
Di questi or, senza leggerli, tu giuri
Lo stesso; e già il tuo dir miei strali spunta.

Deh, sospendi il mio scorno! aprimi, leggi:
Vedrai ch’ogni uomo rio qui si registra:
E s’io ben nol pingessi, e tu il correggi.

Dunque, non dare impressïon sinistra
D’opra in cui tu d’alto splendor campeggi,
Se vergogna il suo minio a te ministra.