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il misogallo 207


SONETTO XLII.

9 novembre 1797.

XXVIII.    Et nomen pacis dulce, et ipsa res salutaris: sed inter pacem, et servitutem plurimum interest. Pax est tranquilla Libertas: Servitus malorum omnium postremum, non modo bello, sed morte etiam repellendum.


Cicero, Philipp., II.


Soave nome la pace, e salutarissima cosa ad un tempo: ma fra la pace, e il servaggio ci corre moltissimo. La pace è una tranquilla libertà: il servaggio è dei mali tutti l’estremo, e debbesi, non che con la guerra, ma con la morte stessa respingere.


Laudato alfin sia il Diavolo, una pace
Han gli schiavi-Re Galli impiastricciata,
Per cui disartigliata, e spennacchiata
La men ladra di loro Aquila giace.
Un decrepito molto, e non sagace
Leon, che in due trist’ali avea cangiata
Sua maschil masserizia omai tarlata,
Di se fa base al patteggiar rapace. —
Pace non v’è, da libertà divisa;
Galli, e non Galli, in rio servaggio avvinti
Noi tutti, avrem dei posteri le risa.
Tutti del par, di codardia convinti
Saremo, e in nuova, ma dissimil guisa,
Infami al par dei vincitori i vinti.



    tegno, e l’insolenza, ed il timore di schiavi, di quel che l’abbiano al presente. Essi erano allora al remo come dilettanti, che nei nostri porti chiamansi Buonavoglia, ed ora vi si assidono sforzati davvero, ma remigano pure liberamente a suon di nerbate.