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il misogallo 183


Il gran numero, e il puzzo,
Fan che a costor davanti tutto fugge:
Ma da se stessa i suoi trofei si strugge
L’ampia mole, il cui spirto è tisicuzzo.1


EPIGRAMMA XXVIII.

Detto giorno.

Con quattr’anni di guerra, i Galli han vinto
La sempre avuta indipendenza esterna:
Ma sett’anni di stragi, e di rapine
Son, che la Gallia è incinta
Di non mai nata Libertade interna,
E fia pregnante eterna,
Benchè l’Erinni rie le sien Lucine,
E Ostetrici le mille Guigliotine.

EPIGRAMMA XXIX.

28 dicembre 1795.

Portavano i Francesi
Già il marchio loro in su le spalle a carne:
Or li vediam palesi
In punta di Cappello altro portarne.
Prima era un giglio, ed ora è un girasole:
Meglio dell’altro parmi or questo sia,
Che fa in lor fronte quello, che far suole
L’insegna posta in fronte all’osteria.

EPIGRAMMA XXX.

1 gennaio 1796.

Udite, udite, l’anno Gallinér.2
Comincia in Vendemmiér, Brumér, Frimér;
Barbarizzati col troncarli in ér.




  1. Benchè quasi tutte le Nazioni d’Europa (meno gl’Inglesi) abbiano la peggio nella presente guerra contro i Francesi, non è però men vero, che il paese il più spogliato, il più abbattuto, il più avvilito, e il più conquistato di tutti da questi nuovi settari, ella è pur sempre la Francia; a cui le vittorie dei tiranni aggravano sempre più le sue mostruose catene.
  2. Gallinér, in ér, ecc. bastando la sola barbarie indigena della pronunzia di questi nomi, non vi si è aggiunta anco l’altra della loro ortografia, con lo scriverli Gallinaire e Vendemiaire ecc.