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il misogallo 171


risolvere gl’irrisoluti, elettrizzare gli stupidi, e vieppiù inferocire gli ardenti; dai quali soltanto le memorabili e sublimi mutazioni promuover si possono, e consolidare. Tutti dunque coloro, che direttamente o indirettamente dalla potenza illimitata traevano o lustro o potenza o ricchezze, nemici necessari di ogni nuova potestà, si dovevano o convertire, o distruggere. Il convertirli riusciva impossibile, o lungo, o dubbio partito; lo spegnerli, era utile e certo. Noi quindi, costretti dalla imperante necessità dei frangenti, anzi che veder tronca a mezzo la nostra magnanima impresa, abbiam dato nelle proprietà, e nel sangue di quei tanti nemici nati del nostro sistema; ed abbiamo in tal modo assodate le basi della libertà, e dell’eguaglianza.

Libero. Ma voi, fabbricatori (a creder vostro) di quest’alto sistema, chi eravate voi fino a dianzi? di qual classe nell’ordine sociale? Che avevate voi fatto prima dell’anno 1789? di qual arte vissuti? con chi praticato? donde attinto i principj di vera libertà? come conosciutala, e meritata? come speratala? con quai mezzi intrapresane la promulgazione, e il trionfo?

Liberto. Troppi quesiti mi accumuli in uno, perchè io in un fiato a tutti rispondati. Al primo appigliandomi intanto, ti afferro, e ti dico: che tu dalla Spagna, piuttosto che dall’America Inglese, uscito mi sembri. Puoi tu seriamente interrogare un uomo libero, di qual classe foss’egli nell’ordin sociale? Chi conosce i Diritti dell’Uomo, conosce egli mai queste stolide distinzioni?

Libero. E questa tua stessa risposta al mio mal inteso quesito, già ben ti svela, e condanna, come non-Uomo, o non-Libero. Ti ho io forse (nel dir di qual classe) richiesto, se tu eri Patrizio, o Plebeo? L’averla tu intesa così, manifesta che poco tu intendi. Io ti ho chiesto, e ti chiedo; se tra le quattro classi inseparabili da ogni qualunque adunanza d’Enti umani, voi eravate de’ buoni, o de’ rei; degli stupidi, o degli ingegnosi.

Liberto. Educati noi quanto i nobili, e meglio, avevamo e la cultura ed i lumi che provengono dal trattare, vedere e conoscer coloro, che reggono gli uomini; ma non ne avevamo l’orgoglio, non la viltà, non la scostumatezza. Nati noi all’incontro di poco superiori ai plebei, senza averne nè la rozzezza, nè l’abbiezione, avevamo ne’ cuori nostri scolpito quell’odio, e disdegno pe’ Grandi, che dai liberi, e robusti petti si nutre contro la prepotenza.

Libero. Cioè (dirò io, commentando) collocati voi fra i servitori, e i padroni, da questi cercando e da quelli tenendo, le brutture avevate d’entrambi. Ma oramai, senza punto traviarti dalle mie semplici, e incalzanti domande, rispondimi tu chiaramente, ed informami; se voi, principali innovatori, eravate