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il misogallo 161


cerchiano, e di que’ vostri ivi sedenti tiranni tremate voi primi. E voi, che dai palchi minacciosamente i giudici, e i giudicati oltraggiate, all’esteriori finestre di questo teatro d’insania, e di sangue affacciatevi, e di quegli altri vostri ivi urlanti tiranni, più assai di voi numerosi, e cenciosi, tremate. E così, quelli pure a vicenda ivi tremino delle tant’altre sediziose, sfrenate, e facinorose adunanze. Ma in questa sì fatta interminabil catena di perenni tremori niun’uomo securo qui vive, nè alcun liber’uomo qui sorge, fuor ch’io. Io, sì; che dal grado eminente di Re al grado di accusato, e di proscritto scendendo, null’altro oramai che la morte bramando, e gli uomini appieno, e voi conoscendo, e me stesso, senza pur mai tremare, qui stommi.

Ma ecco, che io, senza quasi avvedermene, mi son tratto a parlare dei mezzi con cui stabilivasi questa vostra Costituzione, e degli effetti da essa prodotti; mentre io pur m’era proposto di accennare soltanto, come voi primi, voi soli, voi sempre, infranta avevate, e vilipesa questa vostr’opera. Or, che dico io? Parlando dell’una di sì fatte cose, dell’altre, e di tutte parlava. I mezzi, co’ quali la vostra Costituzione stabilivasi, erano la violenza ed il sangue; gli effetti, da essa prodotti, erano la violenza ed il sangue; i modi con cui a vicenda secondo l’utile, e le mire vostre finor la eseguiste, erano, e sono tuttavia, nè altri esser mai potranno, se non se la violenza, ed il sangue. Ogni uomo probo, moderato, amante del retto, e dell’ordine, sotto maligni, e stolidi speciosi nomi non avete cessato pur mai di perseguitare, spogliare, atterrire ed uccidere. Ogni reissimo uomo all’incontro, carico di delitti, e d’infamia; ogni uomo di vendetta, e di morte, trovò presso voi protezione, impunità, e mercede; ed onori, direi, se cotal gente riceverne, se cotal gente donarne, potessero. Tralascio le tante altre guise in cui offendeste voi, e la Costituzione, ed il popolo, e la giustizia, e l’umanità, e la ragione, ed i vostri vili interessi privati perfino. Arrogarvi le autorità tutte; i miei ministri eleggere a viva forza voi stessi; non lasciar loro nessunissimo mezzo per far eseguire le vostre medesime leggi; a capriccio vostro sforzarmi ora a scacciarli, ora a ripigliarli; insultarmi ogni giorno con pubblici fogli, e villane parole; togliermi tirannicamente, in una tumultuaria sessione notturna, quella stessa guardia, che sotto il nome di mia, da voi stessi tre mesi innanzi era stata legalmente prescritta; violare ad armata mano, per mezzo di una scurrile pagata plebe, il mio asilo (oltraggio che a niun semplice cittadino privato, da un popolo veramente libero, non si ardisce mai fare); la religione dei vostri maggiori con acerba viltà perseguitare, e deridere; ogni qualunque altro culto con finta umanità autorizzare, ed ischernire ad un tempo, per tutti in tal

11    AlfieriEpigrammi, ecc.