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150 vittorio alfieri


SONETTO XI.

13 settembre 1792 in Ath.

Sua Maestà la Nazïon Gallina
Si è compiaciuta di rubarmi tutti
I mie’ cavalli, e porvi su i suoi Brutti1
Che forman la Masnada Parigina.2
Già gli Austriaci, e’ Prussiani, e la Czarina,
Se la fan sotto, a loro spese instrutti
Come la Galla infanteria si butti
Feroce indietro, a destra ed a mancina.3
Quai cavalli fien atti a seguitalli?
E i miei son velocissimi, per Dio;
Bench’io usassi all’innanzi ognor mandalli.
Rubino i ladri, è il lor dovere; il mio
È di schernirli; al Boja, l’impiccalli;
Il seppellirli, lascisi all’Oblio.

SONETTO XII.

14 settembre 1792 in Ath.

Atroce assai, ma più codardo, stuolo
Di rugginosi imbelli spiedi armato,
Ecco si avventa al carcer mal guardato,
In cui si ammontan giusti a suolo a suolo.
Di orribili urli rimbombare il polo
Odo, e fuor tratti i miseri, svenato
Veggio spirar ciascun l’ultimo fiato;
Nè pianger posso, immenso tanto è il duolo.
E una leggiadra Donna, d’alto sangue4
Nata, (oimè) veggo del bel capo scema,
Giacer negletto orrido tronco esangue.
Giacer? che dico? Ahi feritade estrema!
Poco è la morte; il vil furor non langue;
Vuol ch’empio strazio anco il cadaver prema.



  1. Brutti per Bruti, licenza di rima, della quale speriamo non sia per offendersi in questa occasione la venerabil Ombra del Bruto vero.
  2. All’autore vennero confiscati, immediatamente dopo la di lui partenza di Parigi, anco i cavalli, come ogn’altra sua proprietà, meno la penna, e la mente, ch’egli ebbe l’avvertenza di portarsele seco.
  3. Allude alla battaglia di Grand-pré nella Champagne, dove i Francesi persisterono pure nell’intrapreso metodo del fuggire.
  4. Parla della Principessa di Lamballe, trucidata nelle carceri il dì 2 Settembre, e strascinato poi il di lei tronco, e infisso ad un’asta il di lei capo reciso, e portato attorno come trofeo.