Pagina:Gli epigrammi le satire, il Misogallo di Vittorio Alfieri (1903).djvu/136

128 vittorio alfieri


e la stima per la virtù. Il professarsi incapace d’odio, equivale all’essere incapace d’amore: o equivale al dire stolidamente, che le qualità da amarsi faranno impressione viva, e profonda in quello stesso animo, in cui le qualità da odiarsi non ne faranno nessuna, o leggiera.

Eccomi dunque ad accennare di volo le cagioni, che mi faceano per sempre amar con trasporto la civile libertà, e con trasporto non minore aborrire i Francesi. Nella vera civile libertà, la storia di quei pochissimi popoli che la possedevano, mi facea chiaramente vedere compresa la massima possibilità per l’uomo di ottenere una più utile, e più durevole gloria; di più ampiamente sviluppare le proprie intellettuali facoltà; di vedersi tuttora intorno degli uomini veri, e più felici, e più arditi, e migliori; di avere degli emuli in tutte le virtù. Nè mai finirei, se qui ad uno ad uno annoverare volessi i beni moltissimi, che dalla libertà ne ridondano, bene intendendo il significato di essa, e qual dovrebb’essere intesa da tutti, se il di lei sacrosanto nome contaminato mai non venisse dalla impura bocca dei corrotti inverecondi liberti: che a ben parlare di libertà, fa d’uopo essere liberi di animo, e puri, e giusti, e magnanimi; altrimenti ella si scambia coll’invidia, con la licenza, e con la servile vendetta.

Ma le ragioni or si espongono, per le quali io altrettanto disprezzo, ed aborro i Francesi, quanto amo, ed incenso la libertà. Negli uomini in generale, principalmente amiam noi il forte sentire, che è il fonte verace d’ogni bene buono, come altresì d’ogni male buono; che io avrò pur la temerità di dar questo epiteto al male, allorchè egli, da passioni ardenti ed altissime procreato, si fa di altissimi effetti cagione. Amiamo inoltre negli uomini, aggiunta al saper la modestia, al valore l’umanità, alla bellezza il pudore, e altri simili accoppiamenti, che caratterizzano il vero merito, e manifestano tosto la differenza tra i mediocri, e gli ottimi: differenza più assai importante, e più difficile a ravvisarsi, che quella tra i mediocri, e i da nulla. Benissimo so, che i da me soprannominati Enti, son rari; che nessuna nazione ne ha molti, e che per lo più i soli popoli liberi si sono mostrati tali, e per breve tempo: ma non sarà però meno vero, che quella nazione, i di cui individui su la totalità si rivestono più espressamente delle qualità diametralmente opposte alle sopra indicate, quella nazione riuscirà la meno amata, e stimata, e la meno amabile, e stimabile. Ora a tutti gli altri Europei sempre i Francesi son sembrati, ed il sono, soverchiatori, millantatori, dispregiatori, ed eccessivamente pregiudicati sul proprio merito; il che manifestamente lo esclude. Ma le altre nazioni (siccome anche fa il tempo) giudicandoli dai fatti, e non dai