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iv.

di Pindo calcabili solo da’ divini Talenti, non ha a vergognarsi che il Mondo lo sappia. Io però col riflesso di dare con tali Capitoli un pascolo consentaneo al desiderio de’ saggi Coltivatori dei Toscano Elicona mi sono indotto a stamparli senza la sua intelligenza, e con tutto che più volte me ne avesse negata copia. Troverete unite a’ Capitoli le rispettive Lettere, che gli accompagnano. Queste vi metteranno a giorno di ciò, che potrei ancor io dirvi, se non temessi di rendermivi rincrescevole. L’erudizione, la politezza della Frase e la natural vena di verseggiare, che ho rilevata in queste piacevoli Composizioni, m’hanno violentato a non aver riguardo alle leggi dell’Amistà. Spererei di farmene un merito, e di soddisfare così all’incontentabil genio de’ più severi Aristarchi

Sempre intenti a cercar nodi nel giunco.

Potessi pure far uscire alla luce tutte le Poesie e Liriche, e Bernesche del nostro dottissimo Sig. Abbate, come lo farei volentieri; ma il presente Libretto fatto furtivamente stampare lo farà con mio dispiacimento più cauto per lo avvenire. Solo l’umano vostro accoglimento potrebbe incoraggiare l’Autore; siccome mi giustificherà ancora presso del medesimo, che confido vorrà perdonarmela generosamente.