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iii. |
AI SAGGI, E DOTTI AMADORI
DELLA POETICA NOVITÀ
ACCADEMICO DISSONANTE.
ccovi o giudiciosi Lettori, un Furto Poetico. Questa volta l’Amicizia e l’inviolabile Dritto di fedeltà sono stati oggetti per me di lieve momento. Una siffatta tradigione usata ad un Amico per il pubblico bene, e per i vantaggi della Repubblica Letteraria mi fa anzi superbo. Le Opere magistrali degli Eruditi, e de’ Vati egregi non debbono giacere inutilmente sconosciute fra l’obblio, e la polvere. I Dotti hanno ragione di goderne. I due seguenti Berneschi Capitoli meritavano le Stampe. Sono figli felici di non vulgare Ingegno, e noto a tutti. L’Abbate Giuseppe Ferrari Segretario in Casa Rangone ne fu l’Autore. L’umiltà sua, la troppo cavillosa diffidenza di se stesso gli faceva riguardare le seguenti composizioni come cosuccie non meritevoli d’esser lette, che in privato amichevol congresso. Ma egli dovria pur sapere, che Chi va animoso fu per le vie