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O voluto compire il mio Furto in tutte le sue parti. Oltre i Capitoli eravi ancora una Minuta di Lettera del nostro Autore, indirizzata all’immortale Sig. Abate Frugoni, e di quest’ultimo la risposta originale. Malgrado un oracolo cotanto sicuro, e animatore, egli si è tenuto infino ad ora indeterminato; e Dio sa quando fosse venuto in risoluzione per le Stampe. Io aggiungo l’una, e l’altra, sperando di far cosa grata, e che i puliti Scrittori di Lettere me n’abbiano a saper qualche grado.
Illustrissimo Sig. Sig. Padron Colendissimo
Nvio al temibile Tribunale di V. S. Illustriss. que’ due siffatti miei Parti = Su l’Animal di Sant’Antonio Abbate =. Ho dovuto ubbidire. Che non potrà Ella mai in ogni tempo sovra di me? Poveri sfortunati! Vengono nudi, e crudi, come son nati, senza che io possa raffazzonargli in qualche verso, e mettergli in qualche po’ d’equipaggio. Ma! La medica circoscrizione di mie fatiche mentali la vuole presentemente così. Pazienza! Oh troppo imperfetta natura! Vengono pieni di una ereditaria considerazione inverso della celebratissima Persona sua, e vengono instrutti dell’autorevole Valentuomo, a cui si deggiono presentare: Che io, se V. S. Illustriss. ancor nol fa, per ogni ragion di giustizia, per elezione, per gratitudine, e per un naturale invogliamento alle tanto difficili trionfatrici bellezze della Poetica facoltà, la venero, l’ammiro entro me stesso, e fuor di me poi la celebro coll’universale consenso per