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xlii.

Del caldo Estate ad evitar gli affronti
     In certa pozza il Porco erasi fitto,
     354L’ombra godendo de’ vicini monti;

Quando giunse il Caval, che avea diritto
     Per un lungo possesso entro quel fosso,
     357E gliene fece un capital delitto.

Vennero a sfide, e quel terren fer rosso
     Di sangue alterno; ma il Caval da vile
     360Cedette il campo, e se la fece addosso;

E corso all’Uom, con portamento umile
     Chiedendo aita, sovra il dorso il prese,
     363E mosse a vendicar l’atto incivile:

Ma fatte ch’ebbe l’Uom le sue difese,
     Bel bello il morso introducendo in bocca,
     366Schiavo per sempre, e prigionier sel rese.

Ma troppo lunga è omai la Filastrocca,
     Non è la via dell’orto il compimento,
     369Vi suderebbe un Talenton di brocca:

Nè tu, mio Porco, andar ne dei seontento
     Ch’ anzi ell’ è gloria dell’Eroe lodato,
     372Che manchi il lodator nel gran cimento.