Marte il suo stuolo inviperito, e ansante
Trasse ne’ boschi, e si chiamar Cignali,
81E li fece terror di quelle piante;
Nettuno a’ suoi donò le squame, e l’ali,
E alla schiera de’ Pesci gli aggregò,
84Avvezzandoli all’onde, al nuoto, ai sali;
Bacco sparsi pe’ campi i suoi lasciò,
E al primiero occupante Villeresco,
87Non volendo ammattir, gli abbandonò.
Ma Tu, Poeta mio, guardi in cagnesco,
E mi squadri ingrugnito la persona?
90Veggio, che ti confondo, e ti rincresco.
Ma senti; un Uom, che vive alla carlona,
I cocomeri in corpo non si tiene,
93E vuol sua libertade, e si sbottona.
Dunque da un Tronco sol vedi che viene
Il lignaggio porcin per cammin dritto;
96L’autor di questa Istoria era d’Atene.
Il fatto in prische lamine è descritto,
Che esposte un giorno in Tebe a vile incanto
99Trasportò Tolomeo dentro l’Egitto;