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xx.

Ma quando ei fruga, e scava arditamente,
     Non la fa allor da buon Mineralista,
     228Il Tartufo estraendo sì eccellente?

Ah! che a ragion quel Miserel si attrista,
     E borbotta pian piano ognor tra se,
     231Vedendo, ch’egli è sempre per la pista.

Chi mangia a due ganascie, un Porco egli è;
     Porco chi ha sempre il gorguzzule in molle;
     234Porco chi scarno in pria, grasso si fè:

Porco chi non ha il sangue, che gli bolle;
     Porco chi lascia un peto in abbandono,
     237Porco il Melenso, il Brodoloso, il Molle.

Si sa, che il sonno è di salute un dono,
     Pur vedi maldicenza! I dormigliosi
     240Comodi porci intitolati sono.

Oh costumanze! oh tempi ingiuriosi!
     Oh lingue nate del buon gusto a scorno!
     243Ma saldi, o Porco mio, tai Ser Brigosi,

Che dan la quadra, e sembri loro un corno,
     Ti mangierian su i muri ancor dipinto:
     246Tu fa l’orecchie da mercante intorno,
     Che con costor, chi non li cura ha vinto.