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xviii.

Che Diamine cos’è? Musa, si sà:
     Un impasto gli è quel, dov’ entra, e lega
     186Del lui sugo adiposo quantità;

E con esso la fronte ancor si frega
     Berecintia, Giunon, Venere amante,
     189E con mille composti entrar può in lega.

Sin l’immondizie a cento frutti, e piante
     E’ un Elisire, un Balsamo sincero
     192D’olio, e di sal volatile abbondante.

Ha nel Cembalo ancora ministero;
     Della cotenna sua scaglie or si fanno
     195D’un movimento elastico, e leggiero,

Che spinger senza penne, e accoglier sanno
     Le lingue de’ rostrati salterelli,
     198Che l’auree corde a vellicar sen vanno.

Oh Cembalo immortal, che scuoti, e svelli
     Dal più cupo letargo, e l’alma, e i sensi,
     201O tu pianga, o t’accenda, ovver favelli!

I pregi tuoi son portentosi, e immensi,
     E tuo m’avrai Panegirista eterno,
     204Ma chi ti può lodar quanto conviensi?