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xvii. |
Terge, e assoda le piaghe in foggia strana
Liquido Lardo di sua feccia privo,
165E del Vajuol le bollicelle appiana.
E’ ammolliente, annodin, risolutivo
Suo grasso; e al nasal sangue, e a squinanzia,
168E a rogna il fuo escremento è un sanativo.
Di lui parli la saggia Economia,
E l’industre Mecanica ingegnosa,
171Che in Terra, e in Mare il favor suo desia.
Tu che al nome di Porco schizzinosa
Musa, t’aggrinzi, sentine una grossa,
174Tu sai di Porco in testa a tutta josa;
Quando per farti più lisciata, e rossa
T’affidi alla Toletta la mattina,
177E t’emendi, e t’ajuti a tutta possa,
Dimmi, quel fusto onde il Topè strofina,
E te lo assesta il Parrucchier d’Apollo,
180Che imbianca poi di polve sopraffina;
E i ciondoli all’orecchio, e il vezzo al collo
Quinci ti poni, e di Sussì, o Lillà
183L’ampio Andrienne, e il Plettro ad armacollo,