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xv.

Se la Macchina mia lo comportasse,
     E che l’erario poi men floscio fosse,
     123Vorrei, che ognindì meco si trovasse;

Ma un ostinata malandrina tosse,
     Che nacque meco, e meco morirà,
     126Mi trattien nel più bel sovra le mosse;

Che quel dì, che ne gusto, mi si fa
     Tal mancanza affannosa di respiro,
     129E smania tal da movere a pietà.

Non però mai col Cotichin mi adiro,
     Esso in colpa non è, nè da lui scende
     132D’uno scompiglio tal sì crudel tiro.

In se d’aromi quantità comprende,
     Col piccante, adurente, caloroso
     135Schiacciato Pepe, che la lingua offende,

L’attraente boccon, caldo, spongioso,
     Dell’Esofago passa pel sentiero,
     138A sue parti irritabili nojoso.

Queste in un moto impetuoso, e fiero
     Scuoton le annesse col Diafragma istesso
     141Per mirabil consenso, e magistero.