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momenti, che le rimangono dell’indefessa, operosa sua vigilanza per le anime a Lei affidate; e dalle gravi occupazioni sue risguardanti le speziose, e sì ben sostenute sue incombente per la Serenissima Signora PRINCIPESSA EREDITARIA, a cui le Muse, e le Eroiche Virtudi tutte augurano la più luminosa ben dovuta immortalità; e per fine da’ profondi, e vantaggiosi suoi studj, pe’ quali V. S. Illustrissima, e in Patria, e fuori s’è fatta conoscere sì gloriosamente

Scorta, e Maestro anche a Color, che sanno.

Ma se per mia fatalità tali mie rime dovessero piuttosto moverla a noja, ed a sbadiglio, imploro sopra loro in questo punto, e l’obblivione, e le alici, nè si parli di esse mai più, e solo mi compatisca, e me la perdoni; e potrò ben meritarlo, se l’unico mio fine è stato quello di convincerla, che in me, piucchè un Verseggiatore, Ella vi tiene Persona, che si pregierà d’essere in ogni tempo per inclinazion, per dovere, e per inalterabile ossequio



Divotissimo, ed obbligatissimo Servidore
D. Giuseppe Ferrari.